La trama

“Erano mesi che mi preparavo a spiegarti questa nostra vita
apparentemente così lineare e invece così maledettamente ingarbugliata.
Tortuosa. Mi verrebbe da dire: inversa."

La famiglia Parodi ha costruito la propria vita su una grande menzogna, un segreto inconfessabile che ha minato i rapporti famigliari per quarant'anni, finché il padre, anziano e malato, si decide finalmente a svelare il segreto al figlio, per adempiere alla promessa fatta alla moglie sul letto di morte. 

Una storia che si dipana in quarant'anni, tutti raccolti in un giorno: l'ottantesimo compleanno dell'avvocato Orfeo Parodi. Una storia in cui nulla è ciò che appare, dove i contrari si fondono: vita e morte, sogno e realtà, verità e menzogna. Una storia dove gli estremi si toccano, esplodono e partoriscono speranza.


 Un assaggio - Prologo

Un’alba piatta di nuvole scure lo sorprese seduto sulla spiaggia: il capo chino, le ginocchia abbracciate, i piedi nudi, le maniche e i pantaloni arrotolati, la camicia slacciata sul petto, i capelli induriti dalla salsedine, arruffati dal vento e dalla notte insonne.
Si trovò davanti al mare, avvolto su sé stesso, intrappolato nel suo stesso corpo come fosse una scultura di pietra, come fosse uno scoglio di quel mare, che solo il tempo avrebbe potuto consumare, sgretolare, convertire in sabbia. Ritornare terra.
Non aveva percezione della propria corporeità, come se il suo corpo e la sabbia e il vento e l’acqua che gli sfiorava i piedi fossero stati una cosa sola, racchiusa in un momento senza tempo, senza confini tra le materie. Senza coscienza.
La sabbia intorno a lui non recava le sue orme, solo quelle dei gabbiani, solo le piccole, mobili piramidi dei granchi, le buchette impercettibili delle pulci di mare. La sabbia era un tutt’uno con le sue piccole creature, ignara come i gabbiani coi loro gridi disperati.
La risacca scandiva i secondi, lambendo a ritmo regolare la battigia come una pendola lenta, rassicurante e ossessiva, che spogliava il tempo di ogni significato, di ogni aspettativa. La risacca si frangeva e rifrangeva sul bagnasciuga, tentando invano di sciacquare la sua coscienza.
Il giorno schiariva dietro le nuvole scure, piatte e grigie come quel mare che le rifletteva: il mare scuro e tranquillo sembrava riflettere le nere nubi del suo cuore.
Non avrebbe saputo dire da quanto tempo fosse lì, né da dove fosse arrivato. La percezione del suo recente passato, così come quella del suo stesso essere, era annebbiata e confusa.
Non sentiva il freddo della sabbia umida, né il tepore del mare sui piedi nudi, né i pizzichi dei piccoli granchi che gli scalavano i piedi; non capiva dove finisse il suo corpo e dove iniziassero gli elementi esterni. Non aveva sensazioni, come se avesse avuto la stessa temperatura dell’aria che lo circondava, e della sabbia su cui stava seduto, e dell’acqua che a ritmo regolare gli bagnava i piedi.
La sua mente, il suo cuore e la sua coscienza erano intorpiditi, e invano planate di gabbiani tese sulla sua testa gli gridavano di destarsi. Di tornare in sé. Di scuotersi, di sollevare la testa, guardare il mare, muovere le dita dei piedi, sentire freddo.
Di provare vergogna.
Di avere il coraggio di guardarsi le mani.
La testa china, gli occhi chiusi. Per un attimo, un pensiero lo attraversò: forse non sono nemmeno qui; non c’è il mare appena oltre i miei alluci, e forse non è l’alba. E io non ho ucciso nessuno.
Da lontano giungeva l’eco dei primi furgoni sulla strada, giungeva il profumo del pane che cuoceva nei forni: inconsapevole, la vita si risvegliava, come ogni giorno.
Il suono torvo di una sirena lacerò l’alba e il suo torpore. Leonardo finalmente alzò la testa, si guardò le mani: macchie scure di sangue rappreso lo fissarono, come un verdetto. Il rumore della sirena si fece sempre più forte, sempre più vicino: Leonardo si girò verso quella chiara e assordante condanna senza appello.
Stavano arrivando, erano lì per lui.
 


Recensioni Blog & Lettori

Diego Fornero, giornalista

“È sempre un grande piacere leggere le opere di @liciaallara… Una saga familiare breve ma intensa, narrata dai diversi punti di vista dei protagonisti e scritta con la consueta eleganza, in cui i “non detti” diventano protagonisti e chiamano alla resa dei conti, in cui il dolore tenuto nascosto in un cassetto per oltre trent’anni un giorno viene scoperchiato e non può essere più ignorato. Una bella conferma per Licia, da non perdere.”


Lory, lettrice

“Ho letto il libro, in un pomeriggio, incurante prima del sole, dopo del vento freddo! Bellissimo, faccio davvero i miei complimenti e confesso che da tempo non mi entusiasmavo così tanto.”


Una cosmeticante in libreria, Instablog - Ilaria

“Dopo Lettera alla sposa, nuovamente esplode dentro di me la potenza narrativa ed emozionale di Licia Allara. Turbamento. Commozione. Disappunto. Pietà. Rammarico. Sofferenza. Speranza. Tutto in una sola parola: VITA.”


Roberta, lettrice

⭐⭐⭐⭐⭐
“Sono libri che non si possono leggere una pagina per volta, o un capitolo al giorno, è letteralmente impossibile, sono libri da divorare e questo in particolare.. ti prende, ti incuriosisce, ti trascina nella storia e non puoi interrompere la lettura... bellissimo.”


Antonella, lettrice

“…sentivo l'urgenza di scriverle. Ci siamo incontrate stamattina presso la libreria Feltrinelli di Alessandria... Ci tenevo a farle sapere che, seppure oggi avessi pochissimo tempo a disposizione, ho iniziato a leggere il suo libro e non riuscivo a lasciarlo. Ho divorato le prime settanta pagine e non vedo l'ora che sia domani per continuare..."
"…Finito! Anzi divorato! Le faccio i miei complimenti. Lettura piacevolissima e scorrevole, profonda ma mai pesante... La saluto, grata per avermi regalato una manciata di ore gradevoli e rilassanti."


Dany

⭐⭐⭐⭐⭐
“Gran bel libro. Scritto benissimo. Letto tutto d'un fiato. Impossibile interrompere la lettura. E una chiusura da manuale. Una scrittrice con i controfiocchi”.


Nicoletta

“Bravissima! Inchiodi i lettori con un inizio magistrale, li incateni al libro con passaggi impervi per poi accoglierli alla fine in uno stemperato abbraccio che fa intravedere la serenità…”


Annalisa, lettrice

Ho appena finito di leggere il tuo libro che ho iniziato ieri pomeriggio.... Davvero non riuscivo a smettere! È bellissimo!Una storia appassionante, scritta in modo avvincente e con immagini così ben descritte! Non vedo l'ora di leggere il prossimo!”


 Ylebooks, InstaBlog - Ylenia

Sensi di colpa che aleggiano come fantasmi, e maschere indossate sino alla morte sono i temi preponderanti di questo romanzo.
Licia ci parla di vite sacrificate, di rapporti familiari inesistenti e di enormi solchi sulle anime, ma anche di un amicizia immensa come l'amore.
La caratterizzazione psicologica è totalizzante così come il ritmo narrativo.
Ho letto queste 190 pagine in una sola notte. Una volta iniziato, è assolutamente impossibile staccarsi dal racconto.
I personaggi si attaccano addosso al lettore quasi non volessero sparire davvero una volta chiuso il libro.”


Librie recensioni, blog - Luisa Debenedetti

“Inatteso mi è giunto questo bel romanzo tra l'onirico, il reale, il soprannaturale e il noir…
Mi vorrei più soffermare sulle indiscutibili doti di narratrice… Il romanzo è narrato con un linguaggio preciso, scandito dalla tensione e intervallato da pause, creando un tessuto narrativo sul quale il lettore si sente perfettamente a suo agio…
Il piano narrativo è intersecato da più linee temporali, condotte magistralmente…
L'Autrice non fa mancare un sottile lavoro di cesellatura psicologica, preciso e ben definito, capace di dare una notevole profondità ai personaggi ed al romanzo stesso.
In questo romanzo il passo è davvero misurato e ben calibrato, e conduce il lettore nei meandri di una storia complessa, narrata in modo molto bello, in cui la verità sembra lontana, silente, al di là del balcone della propria vita, ed in cui Maria è il Deus ex machina, attore e spettatore onniscente e privilegiato, a metà tra l'essere vivo e l'essere un fantasma, oltre il visibile e l'invisibile.
In definitiva un romanzo ben costruito, che si addentra nell'indagine psicologica ed esistenziale, scritto in modo esemplare ed elegante, in cui colei che pareva essere la più debole risulta essere, al contrario, la più forte, la manovratrice dell'intera vicenda. Penso che più di così non si possa desiderare, giunga così a Licia Allara il mio grazie per queste belle pagine.”


 La lettrice, Blog - Giusi

“Come anche nel suo primo romanzo, la penna di Licia Allara fa salire il lettore a bordo di una sorta di viaggio interiore che compie insieme ai personaggi stessi, immerso profondamente in un climax ascendente di tensione, emozioni e sempre più nuove scottanti rivelazioni.
Il lessico utilizzato è semplice ma ricercato, attento e molto curato… La caratterizzazione dei personaggi e la loro evoluzione nel corso della storia mi ha affascinata molto e mi ha portato ad avvertire un forte desiderio di entrare per certi versi in quella che è la loro vita.
… se il fine di ogni libro è quello di intrattenere il lettore e solo quello di pochi libri di formare il lettore, di comunicargli qualcosa e invitarlo a farlo proprio, allora In nome del figlio appartiene sicuramente a questa seconda categoria."


Giancarla

⭐⭐⭐⭐⭐
“In due pomeriggi l'ho finito. Peccato. Peccato perché " in nome del figlio " è un libro che non vorresti mai finire. È quasi un giallo senza esserlo anche se c'è un delitto che forse non c'è. Intuibile ma anche no, ben scritto e scorrevole con personaggi ben descritti...”


Manifestoblog

"Un romanzo dal ritmo incalzante, che si legge tutto d’un fiato e invita il lettore a interrogarsi sul perché alcune cose succedano senza che lo si voglia davvero. Una scrittura fluida, una trama ben costruita e dei personaggi ben delineati fanno sì che questa storia ci lasci con l’amaro in bocca ma con la consapevolezza che “l’amore non è mai troppo. L’amore non ha fine, né confine".


Un libro sul menù, Blog - Daniela

“Sono rimasta catturata dall’uso fatto dall’autrice dell’intreccio... Tutto ruota attorno a un gioco di maschere, di bugie travestite da verità, che è ciò che più mi ha coinvolta e mi ha visto detective in cerca di un filo logico, che c’è, ve lo assicuro. Si ha uno stravolgimento in corsa della storia, circa a metà, di cui ci si rende conto solo a lettura conclusa e che ho trovato quasi diabolico.
L’autrice ama beffare il proprio lettore, giocare con le sue certezze. Già ci era riuscita con il suo libro d’esordio, me l’ha fatta nuovamente. Chapeau!”


Cultura al femminile, Blog - Federica Sanguigni

“Un romanzo scorrevole, intrigante, appassionante. Un libro che si legge, avidamente, pagina dopo pagina... un libro che indaga tra le pieghe più nascoste dell’animo umano, addentrandosi in paludi piene di nebbia ma che non perde la speranza di un nuovo inizio.
Una storia ben costruita, con personaggi analizzati dettagliatamente nell’animo e nei comportamenti. Licia Allara scrive con delicatezza, e profonda conoscenza delle dinamiche umane, un romanzo che, nella sua originalità, porta chi legge a interrogare se stesso/a. Sono interrogativi scomodi, a cui è difficile dare risposte sincere e pulite, ma che hanno il pregio di far luce nel buio che spesso accompagna l’esistenza di tante persone e famiglie."


Lib.eriamoci, Blog - Maria

“Mi é rimasto addosso il carattere dei protagonisti, ognuno con la propria impronta e il desiderio forte, struggente, improcrastinabile di capire, confessare, far cadere il velo della reticenza.
In nome del figlio è anche il racconto di un'amicizia straordinaria, tra due donne, Maria e Ida, che vince tutto e non conosce barriere.
Anche questa volta, le parole di @liciaallara mi hanno avvolta e coinvolta subito, in una storia che si dipana tra un passato sospeso e un presente inquieto.”


Alessandra, lettrice

“Ho comprato questo libro per caso… l'ho letto tutto d'unfiato! La storia mi ha avvolta come una ragnatela magistralmente intessuta dall'autrice e non mi ha permesso di mollare il libro se non per pochi minuti. Una storia con un segreto inconfessabile che potrebbe portare ad un finale tragico o alla salvezza di tutti attraverso l'amore. Bellissimo! Da leggere e da regalare."


L'isola di Calipso, Blog - Laura

“Licia Allara, dopo avermi conquistata con Lettera alla sposa, svela a poco a poco, attraverso una narrazione che segue profili temporali diversi e tramite sogni che diventano premonizioni, la storia di una famiglia legata ma anche imbavagliata da un segreto lungo quarant’anni.
Una storia che sa di mare, di rimpianti e sogni infranti, di vite non vissute e di scelte sbagliate, ma anche di nuovi orizzonti e possibilità.”


La lettrice sovrana, InstaBlog

"Una storia dal ritmo incalzante che parte con un incipit d'effetto e induce a una lettura avida, veloce, senza sosta poiché, insieme a Leonardo, anche il lettore vuole e deve capire.
Un libro da leggere, perfetto per chi ama le storie di famiglia, quelle dove, sollevato il velo dell'apparenza, si rivelano voraggini che inghiottiscono nel vuoto. In caduta libera.
Grazie, con questo secondo romanzo hai davvero saputo sorprendermi."


Ogni libro un viaggio, Blog

“Un romanzo davvero interessante e coinvolgente, una storia ben calibrata, con piccoli e minuziosi dettagli disseminati lungo tutta la narrazione. Personaggi ben caratterizzati… con uno stile enigmatico e scorrevole, l'autrice ci regala un'opera ,che merita davvero di essere letta ed assaporata, fino all'ultima pagina!"